04 luglio 2010

Il Tempo di Lucio Anneo Seneca

Che sciocchi gli uomini quando ottengono da qualcuno delle inezie di nessun valore, facili da rimpiazzare, sono pronti a farsele mettere in conto; ma non c’è nessuno che si senta in debito, se gli si concede del tempo; eppure questa è l’unica cosa che non si può restituire, nemmeno se si prova grande riconoscenza. Non è povero chi si fa bastare quel che gli resta, anche se è poco. Resto sempre stupito quando vedo alcuni che, come se niente fosse, chiedono per sè spazi di tempo altrui, e altri che, se glielo si chiede, sono pronti ad accordare ore e ore della loro giornata; il fatto è che tutti prendono in considerazione lo scopo per cui si chiede di impegnare il tempo, ma nessuno valuta il tempo in sè: lo si chiede, come se fosse una cosa da nulla, e, come se non fosse niente, lo si concede. Eppure si gioca con la cosa pi preziosa che ci sia; inganna perchè è immateriale, perchè non la si vede: per questo non le si dà importanza, anzi è ritenuta quasi di nessun valore. Le rendite annue, gli stipendi si pagano cari: la gente se li suda e vi investe attività e impegno; al tempo invece nessuno dà valore; lo si usa con larghezza come si fa con una cosa che non costa nulla. Preso nel vortice degli affari e degli impegni ciascuno consuma la propria vita, sempre in ansia per quello che accadrà, e annoiato di ciò che ha. Chi invece dedica ogni attimo del suo tempo alla propria crescita, chi dispone ogni giornata come se fosse la vita intera, non aspetta con speranza il domani nè lo teme. Molti uomini grandissimi a un certo punto si liberano da tutti gli impegni, rinunciano a ricchezze, incarichi, piaceri, e fino all'ultimo giorno non pensano ad altro che ad imparare a vivere; ma di essi i più escono dalla vita confessando di non sapere ancora vivere. L'uomo grande, quello che sa stare al di sopra degli errori umani non permette che gli si porti via neanche un minuto del tempo che gli appartiene, e proprio per questo la sua vita è lunghissima, perchè è stata tutta a sua disposizione dal principio alla fine. Mai abbastanza ci si potrà stupire dell'ottusità della mente umana di fronte a questo problema: è gli uomini non permettono che uno occupi i loro poderi, e per la minima divergenza su questioni di confini si infuriano e sono pronti a colpire con sassi e armi; poi tranquillamente lasciano che altri entrino nella loro vita, anzi sono loro stessi a introdurvi quelli che a poco a poco ne diventeranno i padroni. È ben difficile trovare uno disposto a dividere con altri il suo denaro: ma la vita ciascuno la distribuisce a centinaia di persone. Tutti sono avari quando si tratta di tenersi ben stretto il patrimonio, ma sono generosissimi nel buttare via il tempo: e pensare che questa è l’unica cosa di cui sarebbe molto decoroso essere avari! La vita umana, anche ammesso che superi i mille anni, sarà sempre chiusa in uno spazio ben limitato ma questo spazio di tempo che per legge di natura scorre velocemente, anche se la ragione vorrebbe prolungarlo, è inevitabile che vi sfugga subito: siete voi che non sapete afferrare e trattenere o anche solo frenare questa che è la più veloce di tutte le cose; ma ve la lasciate scappare di mano come se fosse un accessorio qualsiasi che si può sostituire. I giorni migliori fuggono, non c’è dubbio, se ci si lascia travolgere da faccende di ben poca importanza. Così la vecchiaia sorprende gli uomini quando, nello spirito, non sono ancora cresciuti, e li coglie impreparati e inermi; non l’avevano previsto infatti; e ci si trovano dentro da un momento all’altro, senza aspettarselo: non si rendevano conto che la vecchiaia si avvicinava un po’ tutti i giorni. Cerchiamo dunque che ogni momento ci appartenga: ma non sarà possibile, se, prima, non cominceremo noi ad appartenere a noi stessi. La vita si divide in tre momenti: passato, presente, futuro. Di questi il presente è breve, il futuro dubbio, il passato certo. Su quest’ultimo la sorte ha perduto ogni potere: il passato non può più dipendere dal capriccio di alcuno. Il presente è brevissimo, tanto da poter sembrare inesistente; infatti è sempre in movimento, scorre, precipita, cessa di essere prima ancora di arrivare. Spazia ampiamente la vita del saggio, che non si sente chiuso, come gli altri, entro limiti angusti e, abbraccia col ricordo il passato, utilizza il presente, pregusta il tempo che deve ancora venire. A lui rende lunga la vita questa possibilità di unire tutti i tempi insieme. Brevissima invece e piena di angosce è la vita di chi dimentica il passato, trascura il presente e ha paura del futuro. Vive veramente chi è utile all’umanità e sa usare se stesso; mentre coloro che stanno appartati e nell’inerzia, fanno della loro casa una tomba. Ti è data la vita. Ti è data la capacità di crescere. Ti è data ogni occasione di raggiungere la cima pi alta della coscienza. Ti è dato un cuore che può sbocciare. Sentiti grato alla vita, e se ti senti grato diventerai sempre più degno e sempre più umile - senza risentimento, senza lamento. E proprio questo è lo stato di un uomo sapiente. Non c’è bisogno che tu appartenga a una sapienza organizzata per essere sapiente. Sapienza è la gratitudine che provi per l’esistenza. Gli alberi così belli, il cielo infinito, così tante stelle! e non hai dovuto pagare per questo. Ti è dato questo immenso universo con tutta la sua bellezza, le albe, i tramonti, e tutti i fiori e gente stupenda. Osserva, e ti renderai conto che ti è stato dato così tanto, ma tu l’hai dato per scontato. Non l’hai mai considerato un regalo che l’esistenza ti ha fatto senza che tu lo chiedessi, senza che tu lo pretendessi. Una volta che cominci a vedere tutto quello che ti è stato dato, il tuo cuore si riempirà di gratitudine. E questa gratitudine aprirà tutte le porte, tutte le finestre. Una sola cosa ti collega con l’esistenza ed è la gratitudine. Allora cominceranno ad accaderti dei miracoli. E ti si apriranno le porte dei misteri.

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Lucio Anneo Seneca